IL QUINDICESIMO BASTONE NELLA SACCA: L'AUTOSTIMA.


"Posso accettare di fallire, ma non posso accettare di non averci provato"
Michael Jordan

"La vita non è il numero dei respiri che fai…ciò che conta davvero sono i momenti che il respiro te lo tolgono"
Hitch

"Non ho paura di morire, ho paura di non provarci"
Jay-Z
 

Lo psicologo William James (1842-1910) è tra i primi a studiare un particolare fenomeno: alcune persone con scarse abilità sembrano dotate di una sicurezza di sé ostentata ed incrollabile, mentre altre stimate da tutti e ritenute persone valide diffidano delle proprie qualità. Accade così che persone di successo risultino sempre insoddisfatte. A prima vista sembrerebbe un'affermazione assurda: come è possibile essere una persona di successo ed essere insoddisfatta al tempo stesso? Non facciamoci fuorviare dalle parole ed esaminiamo le cose un po' più da vicino. Prima di tutto, usiamo l'espressione "persona di successo" nel senso più ampio: anche una casalinga di mezza età, felice del suo ruolo di moglie e di madre, può rientrare in questa definizione. Ed accade che anche le persone di successo a volte falliscano. Ma non si identificano mai con la sconfitta così come, quando le cose vanno bene, non si identificano con la vittoria. Guardano all'impegno successivo e sanno che c'è una parte di loro che è al di là di ogni valutazione che merita fiducia e rispetto perché esprime semplicemente il loro essere umani. La fiducia in questo si chiama autostima. Partendo dall'etimologia esaminiamo il verbo "stimare" derivante dal latino "aestimare" che significa "valutare" nella duplice accezione di: "determinare il valore di sé" e "avere una opinione su". Da questo punto di vista il concetto di autostima racchiuderebbe "come ciascuno vede se stesso, come si giudica e che tipo di valore si attribuisce". Comunque venga definita essa è sicuramente uno degli elementi fondamentali per la nostra salute mentale. E' il senso di fiducia in noi stessi che da ad ognuno di noi la sicurezza per adoperarsi a raggiungere un obiettivo, per aprirsi agli altri e formarsi amicizie e relazioni strette.
Usando parole più semplici ancora potremmo dire che l'autostima è semplicemente la risposta alla domanda: "Cosa penso di me? ". Alcuni autori come ad esempio Alice W. Pope (1992), sostengono che la stima di sé origini dal confronto tra l'immagine che ciascuno ha di se stesso e l'immagine di ciò che si vorrebbe essere. In questo senso, tanto più il "come siamo" è lontano da il "come vorremmo essere" tanto più ci si sente come persone di minor valore e si prova insoddisfazione nei propri confronti.

"Non vediamo le cose per come sono ma per come siamo"

Anais Nin


L'autostima comprende:

– l'aspetto cognitivo
, ossia le opinioni che ognuno ha di sé e che riguardano: il suo aspetto fisico, le sue emozioni, la sua vita affettiva e sociale, le sue conoscenze, la sua professione, la sua moralità, il raggiungimento degli obbiettivi prefissati (in altre parole la sua autorealizzazione);
– l'aspetto emotivo
, ossia cosa la persona prova nei propri confronti, come ad esempio: affetto, indifferenza, ostilità;
– l'aspetto comportamentale
, ovvero come la persona si comporta nei suoi riguardi: se ha rispetto di sé, se soddisfa i suoi bisogni, se sa creare delle condizioni soddisfacenti per se stessa, se cura la sua salute, ecc.

In molti pensano che l'autostima non si possa apprendere o sviluppare: o si ha o non si ha. Invece noi costruiamo quotidianamente la nostra alta o bassa autostima. Un modo essenziale per incrementare la propria autostima è lavorare per obiettivi. Bisogna identificare degli obiettivi e agire intensamente per raggiungerli! Il primo passo è porsi obiettivi ovviamente concreti e realizzabili, cosicchè il raggiungerli ci farà sentire gratificati e realizzati. Inoltre è opportuno accompagnare queste azioni con credenze potenzianti se stessi e le proprie capacità adoperando un linguaggio positivo quando ci si riferisce a se stessi e alle azioni che si stanno per intraprendere. Un altro segreto per alimentare la propria autostima è essere referenti interni ossia trovare la sicurezza dentro di sé e non nelle altre persone. Bisogna cercare di attribuire a se stessi le eventuali responsabilità per successi o fallimenti e non invece cercare giustificazioni all’esterno. In questo modo saremo consapevoli di avere noi il controllo, il potere per cambiare la situazione, senza così aspettare che qualcosa succeda oppure che la soluzione ci venga offerta da qualcun altro. Se infatti dovessimo ricercare di continuo un’ approvazione da parte degli altri e ad un certo punto questa dovesse venire a mancare , la nostra autostima si ridurrebbe con la conseguenza che potrebbero venire a mancare motivazione ed aspirazioni. La fiducia in se stessi permette in primo luogo di prendere decisioni da soli ed in secondo luogo di mettersi con gli altri in un rapporto di parità e uguaglianza.

"Credi in te stesso per primo se vuoi che anche gli altri lo facciano"

Jim Morrison

Volendo infine adoperare una similitudine potremmo definire l'autostima un segnale, una spia, come quella della benzina nelle automobili.
Se per esempio ci trovassimo in riserva, cosa faremo? Inizieremo a prendercela con la spia del carburante? Ci condanneremo e ci giudicheremo di scarso valore solo per aver consumato la benzina usando l'automobile? Oppure andremo dal primo benzinaio disponibile a fare il pieno?
Abbiamo un grande vantaggio sull’autostrada della vita poichè il nostro benzinaio di fiducia siamo proprio noi. Lavoriamo per accrescere la nostra autostima alta e non quella bassa. Quest'ultima potrà essere causa di:

· Paure e fobie
· Difficoltà interpersonali
· Ansia e insicurezza
· Dipendenza dal giudizio altrui
· Depressione
· Mancata realizzazione delle proprie potenzialità

La bassa autostima è una profezia che si auto-realizza. Se crediamo di non riuscire a fare una cosa, non ci riusciremo davvero. Invece l'essere convinti di riuscire ci renderà il percorso più semplice e più piacevole ed una volta raggiunto l'obiettivo non avremo fatto altro che dare una conferma alla famosa credenza potenziante.

"Che tu creda di farcela o di non farcela avrai comunque ragione"

Henry Ford

Chi sperimenta bassa autostima non sentendosi sufficientemente sicuro del proprio valore e delle proprie qualità, evita di scegliere e agire per un eccessivo timore di sbagliare, sperimenta maggior incertezza e difficoltà a staccare dalla situazione problematica per cercare una soluzione e quando vive un insuccesso soffre maggiormente, associando l’accaduto esclusivamente ad una sua mancanza mentre quando sperimenta un successo tende a svalutarlo, sminuirlo. Per stare male con se stessi occorre peraltro più o meno la stessa energia che ci vuole per stare bene: si tratta di imparare a dirigerla nella giusta direzione. E' giusto impegnarsi per cambiare e acquisire una maggiore stima di sé, per la propria salute e per la propria autorealizzazione. La persona infatti che ha stima di sé generalmente non ha paura di sbagliare, stabilisce buone relazioni con gli altri , affronta meglio le difficoltà e gli insuccessi della vita, sa farsi rispettare, sviluppa le sue potenzialità. e soprattutto non dipende dal giudizio altrui. Un giudizio su qualcosa o su qualcuno esisterà sempre. Si tratta di un qualcosa che però fanno gli altri e tale comportamento altrui non ci deve riguardare più di tanto ne tantomeno suscitare disagio o addirittura paura. Anzi, il segreto per superare quest'ultima sta proprio nell'affrontarla.

"Un giorno la paura bussò alla porta, il coraggio andò ad aprire e non trovò nessuno"
Goethe

Troppo spesso commettiamo l'errore di dirigere la nostra energia nella direzione sbagliata ripetendoci frasi fondate su idee tanto diffuse quanto irrazionali come per esempio quella di non poter mai sbagliare, di dover essere sempre amati e accettati da tutti o di essere determinati da ciò che abbiamo fatto in passato. E spesso altresì giudichiamo male non solo un nostro specifico comportamento, ma tutta la nostra persona. Non ci diciamo per esempio "sì, stavolta ho sbagliato" ma al contrario, "è sempre la stessa storia, sono davvero uno stupido". Dobbiamo rafforzare la nostra autostima sostituendo questi automessaggi negativi con automessaggi positivi che si riferiscano solo a comportamenti specifici e lascino aperta nella nostra mente la possibilità di cambiare. Sarebbe importante ricordarsi qualche volta che non abbiamo solo bisogno di correggere i nostri difetti ma anche di vedere riconosciuti i nostri pregi. E da chi può partire questo riconoscimento se non da noi stessi? Ogni volta che facciamo qualcosa di positivo dovremmo complimentarci con noi stessi e magari premiarci con qualcosa che ci fa piacere. Anche magari un semplice "Bravo!" detto davanti allo specchio. Tutti questi piccoli gesti potrebbero produrre un grande cambiamento. Consideriamo ad esempio la preparazione del golfista. Ogni golfista, dilettante o professionista che sia, prepara il suo successo con tanti piccoli gesti. La giusta posizione delle mani sul grip, la scelta del momento per iniziare a muovere la testa del bastone o per mettere in moto una parte del corpo, e così via. Tanti piccoli gesti che potranno sicuramente fare la differenza, in positivo o in negativo. Proviamo ad adottare la stessa mentalità nella preparazione della gara quotidiana in cui è in gioco non la vittoria ad un torneo ma una cosa sicuramente più importante: l'amore di sé. Gesto dopo gesto, automessaggio positivo dopo automessaggio positivo, arriverà un momento in cui sentiremo che ci sarà una parte di noi che sarà al di là di ogni valutazione. In quel momento, sentiremo la nostra autostima. Dopo di che dovremo continuare ad esercitarci, sapendo che l'insoddisfazione per quel particolare swing non ci dovrà minacciare ma al contrario, caricare. Il passo successivo sarà poi quello di alzare i propri standard, ossia la soglia al di sotto della quale non vorremo scendere. Questo significherà essere esigenti con se stessi e non permettersi scuse o giustificazioni.

"Presto o tardi coloro che vincono sono coloro che credono di poterlo fare"

Richard Bach

Un esercizio molto positivo da fare per chiunque e suggerito da Roy Martina nel suo libro "Sei un Campione" è scrivere dieci motivi per i quali si è una persona vincente. Una volta trovati tutti e dieci bisognerà ripeterseli due o tre volte al giorno guardandosi possibilmente allo specchio. Il tutto sarà incredibilmente efficace. E se quanto sostenuto da Roy Martina dovesse essere effettivamente vero non posso che dire a Tutti:

Buon lavoro!
 

2 commenti: